lunedì 7 aprile 2008

Viaggio in Tibet 2007


















Lhassa capitale del Tibet
Il POTALA PALACE









Storia e contro storia di un viaggio

Appunti di Ma Prem Nisimo in Tibet




Quando si mette in mezzo la questione del visto, della mancanza o restrizione delle libertà, estreme difficoltà nelle ricerca, l’impossibilità del fermarsi e stare, tutto comincia ad assumere dimensioni sconosciute e pericolose, dove anche porre delle domande sembra complicato, difficile, impossibile. E i tibetani in questo erano proprio pieni di paure antiche, sembravano impassibili nel non rispondere o nel dire che “non avevano compreso la domanda”. Erano anni che sentivo di essere vicina ad una visita in Tibet, ma nel mio immaginario questa visita doveva durare almeno tre mesi, per tutte le questioni irrisolte durante questa mia vita che si erano vertiginosamente aperte negli ultimi dieci anni. La mia vita passata in Tibet, il fatto di sentire sempre durante tutte le sessioni di regressione sull’ultima mia morte quello strano sapore di veleno in bocca, quindi una certa sicurezza di essere morta per avvelenamento, la visione antichissima della natura, la sicurezza di essere stato un uomo, mi avvicinavano sempre di più al sentirmi vicina ad Osho nella Sua precedente vita, in cui era stato in Tibet, era vissuto con i Karmapa, ed era morto per avvelenamento. Quando poi nell’ultimo training ho rivissuto quella morte, dove ero completamente in estasi “abbracciata alla Luna”, ho sentito di essere molto vicina e ho deciso di andare (nei miei primi mesi di vita ero famosa, dicono a casa, per potermi rilassare solo quando vedevo la luna, e avevo quei mal di pancia pazzeschi nei miei primi anni di vita, che duravano almeno tre giorni durante i quali non potevo mangiare né bere, e non potevo sedermi sul vasino).
Andavo comunque in cerca di una grande Hall dove poter trovare dei Kutun, corpi di persone molto belle, bodhisattwa, che alla morte venivano ricoperti d’oro, un processo simile all’inbalsamatura egizia. In quella Hall avrei dovuto trovare il corpo di allora di Osho, che tra i 100 doveva essere il 97mo. Ma subito fin dall’inizio sono stata deviata. Nessuno sapeva nulla, anche tra i monaci che incontravo, nessuno o quasi parlava inglese e sapeva spiegare qualcosa. Il governo in esilio in India dei Lama devo ammettere che lascia i monasteri in situazioni d’abbandono, anche quei giovani monaci che restano a prendersene cura, a volte sono interessati ad altro o non possono seguire tutto quello che viene loro richiesto dagli stranieri. Né parlano inglese, solo pochi riescono a comunicare con i visitatori.
Seguendo le indicazioni del 16mo Lama Karmapa che nel 1972 afferma che “ Osho è un Buddha vivente e che solo Lui può salvare il Pianeta…” dicendo “Osho era con noi nella Sua vita precedente e potete vedere la Sua statua d’oro in Tibet nella Hall of Incarnations…” immagino che la statua di cui parla sia nel monastero di Tzurpu (tshur-pon-dong), dal nome del fiume che passa accanto. Il monastero è vicino Lhassa ed ogni mattina parte un pulmann diretto al monastero dalla Piazza Bangkor, situata vicino allo Jogang Temple nel centro della zona vecchia, a Lhassa. Fornita di macchina fotografica e piena di buona volontà mi avvio a Tzurphu, con la decisione di fotografare tutte le statue d’oro e di chiederne il nome. Purtroppo neanche immagino che i giovani monaci a volte non sanno neanche il nome della persona raffigurata, e che le statue, anche per me, sono talmente tante che ci si stanca e ci si può perdere.
Il monastero è antico, costruito intorno al 1100, i cinesi lo hanno quasi completamente distrutto e bruciato arrivando a Lassa, solo da poco si sta ricominciando a ricostruirlo. Gli edifici sono lontani e separati, la prima Hall che si incontra è l’Assembly Hall, dove si celebrano le puja, e si prega tutti insieme. Gli altari di questa sala sono giganteschi e pieni di statue d’oro, il Buddha Sakyamuni è una di queste. Nell’altare maggiore c’è una statuetta piccolina e differente, di Sange Ngyempa, famoso per i miracoli in vita, e dopo. Sembra che questa piccola statuetta sia stata fatta dopo la morte del monaco ed appena finita sia rimasta per 7 giorni in aria all’altezza di un metro e mezzo circa, ritornando a terra dopo esattamente sette giorni e sette notti.





Ci sono altre grandi sale come la Hall dove sono le grandi stupa, dove sono i resti del Primo, del Secondo e del Quinto Karmapa. Come al Potala Palace, questa Hall ha una energia diversa, sottile e strana. Visitarla fa bene, si esce da lì sentendosi meglio. Le stupa sono tre, una completamente in argento, ricoperta e incastonata con gioielli preziosi, due sono modellate in terracotta e più semplici esternamente.
La Hall of Incarnations è una delle Hall dove si trovano solamente statue d’oro. Anche questa molto bella e suggestiva, molto grande, con tutte le statue dei 16 Lama Karmapa, ed altre statue, alcuni sembrano dei Sakya o Gelupa. Altri, senza cappello, sono probabilmente dei monaci molto importanti. I Kagyu portano anche loro il cappello nero, sono stati i Kagyu i primi a dare insegnamenti e a creare il lineage, intorno al 1000, ma solo dal primo Karmapa iniziano le reincarnazioni, il Tulku.





La tradizione del cappello nero per cui i Karmapa vengono definiti “Black Hat” inizia molti secoli fa, quando un re cinese dona un cappello nero incastonato di diamanti e ricoperto d’oro ad un Lama Karmapa. Nei secoli poi anche le altre sette iniziano a dare importanza al cappello(i monasteri che troviamo ancora in Tibet sono più che altro Gelupa, la stessa setta del Dalai Lama - Dalai in tibetano significa “Oceano”- e Sakya. Il colore del cappello è diverso, rosso per i Sakya e giallo per i Gelupa ).
Nei giorni passati in Tibet ho visitato molti monasteri e in ognuno ho trovato una bellissima energia di preghiera. Riwoche, che si trova nel nord-est, vicino Qamdo, sembra sia rimasto intatto nella struttura altissima e imponente, con statue bellissime ed enormi, la prima dedicata al Future Buddha, come chiamano in Tibet il Buddha Maitreya. E’ stato fondato alla fine del 1200 e la luce che viene dal centro del soffitto, aperto verso il cielo, dà una diversa dimensione, come di eternità. Consiglio a tutti di visitare la regione di Qamdo e Riwoche, il monastero dista pochi chilometri dalla piccola cittadina, e si può arrivare in aereo al vicino aeroporto. Da lì scendendo verso Lhassa si attraversano regioni ricche di vegetazione e foreste, e si arriva alla sorgente del fiume Brahmaputra, vicino Bayi, splendido nella sua maestosità. Le zone che adesso sono di confine ad est sono famose per spiritualità e misticismo, alcuni posti da visitare sono proprio nella Cina attuale, anche se precedentemente al 1950 erano parte del Tibet. Intorno all’800 è vissuto nella zona di Riwoche il Guru Rimpochè, una incarnazione di Sri Padmasambawa, e noto come grande guaritore. La sua compagna, Dolma, dolcissima donna dalla pelle bianca, è raffigurata in una statua seminuda.
Due parole, oltre alle note, sui Kagyu e sui Karmapa. La setta Karmapa ha origini lontanissime. Tilopa e Naropa, poi Marpa e Milarepa, sono stati i primi, la setta è chiamata Tantrica. Ma si trova nei Kagyu l’origine e il fondamento del lineage. Milarepa viaggiando si ferma sull’Himalaya, in Tibet agli inizi del mille, vive in una caverna per molti anni in quel luogo che attualmente è il confine tra il Nepal e il Tibet. Dei Lama Karmapa, che riprendono le tecniche usate da Milarepa, non si sa molto, la prima persona che viene definita Lama Karmapa vive intorno al 1200. Fa miracoli fin da quando vive nel grembo della madre, crea il Tulku, la reincarnazione reale, lasciando detto dove e quando si reincarnerà. Il 2ndo Lama Karmapa si distingue per la sua concreta attività di paciere tra Tibet e Cina, del terzo non si sa molto, ed è verso il quinto che si comincia a consolidare la setta, definita come quella dei “Black Hat”. Nelle note storiche forse troviamo qualcosa che ci fa comprendere come sia stata l’evoluzione del Buddismo in Tibet.
Il miracolo delle reincarnazioni dei Dalai Lama invece inizia con la setta Gelupa intorno al 1400, periodo in cui viene costruito il Potala Palace. Nella visita al Potala Palace sono stata malissimo nel vedere tutto il palazzo vuoto, le pareti spoglie e ridipinte con un colore rosso mattone che ha cancellato tutte le immaginabili pitture murali che si vedono in altri monasteri, e tutti i tesori tibetani portati via o distrutti o bruciati nell’invasione cinese (altro spettacolo disgustoso, i lavoratori tibetani che rifacevano una terrazza del quarto o quinto piano, e che danzavano davanti al pubblico per dimostrare la loro gioia di appartenere al popolo degli schiavetti tibetani in mano ai tiranni cinesi). Tutti gli amici incontrati in quei giorni, provenienti da tutto il mondo, avevano assistito alla stessa scena che probabilmente era stata inventata come spettacolo per i turisti. Sono tornata in albergo piangendo e senza energia, per cui ho dovuto fare la dinamica per ritrovarmi tutta intera, corpo e spirito. La bellezza del palazzo non sta nell’essere diventato un museo, ma ancora una volta nell’energia bellissima che sprigiona, e nelle file di tibetani che si prostrano in preghiera nella strada, rendendogli quotidianamente omaggio. Esternamente il Potala Palace aveva delle grandi torri d’oro che non si vedono più, e molti altri oggetti d’oro che sembrano scomparsi.




Kagyu
La scuola Kagyu di Buddismo Tibetano deriva da Marpa (1012-1099) che viaggiò tre volte dall’India in Tibet e quattro volte in Nepal in cerca di insegnamenti religiosi, studiando ai piedi di 108 Maestri spirituali, principalmente Naropa e Maitripa. Marpa ha ricevuto gli insegnamenti tantrici chiamati i “Quattro Insegnamenti”- concernenti il Corpo Illusorio e il Trasferimento della Consapevolezza, I sogni, La Chiara Luce, il Inner Heat direttamente da Naropa (1016-1100) che a sua volta li aveva ricevuti da Tilopa (988-1069). La sorgente originale è il Buddha Vajradhara. Marpa portò questo in Tibet, passandoli al suo più famoso discepolo Milarepa (1040-1123) che arrivò all’illuminazione nel corso della propria vita. Milarepa li passò ad altri, ed ecco come il sistema duale del training filosofico e di quello meditativo si trovano nei monasteri Kagyu. Tra i discepoli di Milarepa, Gampopa (1084-1161) è il più famoso. Ricevette l’insegnamento e la pratica del “Great Seal, Mahamudrn, e dei Sei Yoga e li sintetizzò in un unico insegnamento. Quello che risultò viene conosciuto come Dakpo Kagyu, l’insegnamento principale della tradizione Kagyu. L’insegnamento Kagyu Mahamudra fu poi in seguito incorporato nella tradizione Gelupa dal primo Panchen Lama (1570-1662).

Karmapa
Il Kamtsang o Karma Kagyu fu fondato dal primo Karmapa, Dusum Khyenpa (1110-1193).
Questa tradizione è rimasta forte e ha avuto successo in grande misura per la presenza di una linea ininterrotta di reincarnazioni dal primo, i successivi Karmapa. In Tibet, Tsurphu, situato nel centro del Tibet è stato il principale monastero di questa tradizione. Dopo essere andati in esilio, la tradizione si è ristabilita nel monastero di Rumtek in Sikkim.

Il Secondo Gyalwa Karmapa, Karma Pakshi (1206-1283)
Era un bambino prodigio che aveva una comprensione della filosofia del Darma già all’età di dieci anni. Il suo maestro aveva compreso che lui era la reincarnazione di Dusum Khyenpa. Era già illuminato, ma il suo maestro dette lui tutti gli insegnamenti in modo formale per accrescere il potere della trasmissione. Spese metà della sua vita in ritiri di meditazione ed è famoso per avere introdotto il mantra Om Mani Padme Hung. All’età di 47 anni intraprese il suo primo viaggio in Cina che durò tre anni, rispondendo ad un invito di Kublai, nipote di Gengis Khan. In Cina fece molti miracoli spettacolosi e giocò un ruolo importante come creatore di pace. Anche se invitato a restare, negli anni seguenti viaggiò in Cina, Mongolia e Tibet e restò famoso come insegnante. Fu particolarmente onorato da Munga Khan, fratello di Kublai, ma alla sua morte, quando Kublai divenne imperatore, e costruì Cambalu, attuale Pechino, il nuovo imperatore ordinò di arrestarlo. Ogni tentativo di catturare o uccidere il Secondo Karmapa fu sovrastato da numerosi miracoli. In una occasione “congelò” (ntd.: la parola usata è “froze”) un battaglione di 37.000 soldati usando il potere dei mudra, e allo stesso tempo dimostrando compassione. Si lasciò catturare e fu messo in esilio, ma sapeva che i miracoli e la compassione avrebbero portato Kublai Khan a cambiare idea. E questo accadde. Kublai divenne suo discepolo. Tornando in Tibet verso la fine della sua vita fu costruita una enorme statua del Buddha alta 16 metri, un sogno che aveva sempre avuto. A lavoro finito Karma Pakshi prima sedette nella stessa posizione della statua e poi si alzò in piedi. La statua si mosse come lui. Prima di morire lasciò al suo primo discepolo, Urgyenpa, dettagli concernenti la nascita del terzo Karmapa.

Il Terzo Karmapa

Il terzo Gyalwa Karmapa Rangjung Dorje (1284-1339) Costruì una corona nera all’età di tre anni e annunciò di essere un Karmapa. A cinque anni andò a visitare Urgyenpa che lo aveva sognato la notte precedente ed era preparato alla visita. Crebbe nel monastero di Tsurphu ricevendo non solo la trasmissione Kagyu ma anche quella Nyingma, Rangjung Dorje aveva una gran sete per apprendere dai grandi maestri e dagli esperti dei suoi giorni. Aveva una intelligenza ed una sensibilità che potevano assimilare tutto quello che aveva studiato. Attraverso alcune visioni ricevette l’insegnamento della “Ruota dei Mondi” (Kalachakra), introdusse un sistema astrologico da lui revisionato. Studiò medicina. Alla fine sei suoi studi aveva appreso quasi tutti gli insegnamenti buddisti che erano arrivati in Tibet dall’India, scrisse molti testi il più famoso dei quali è il Zab.mo.nang.do, che raccoglie l’essenza del Vajrayana. Visitò la Cina ed ebbe come discepolo l’imperatore Toghon Temur, che attraverso l’elisir di lunga vita procuratogli dai numerosi viaggi del terzo Karmapa, fu l’imperatore che visse più a lungo tra gli imperatori Mongoli della Cina. Costruì molti monasteri in Tibet ed in Cina. Morì in Cina ed è famoso per essere apparso nella luna nella notte in cui morì. (Estratti dal libro “Karmapa” di Ken Holmes)


La Ghirlanda d’Oro (The Golden Garland)


Tilopa (988-1069) uno degli 84 Mahasiddha non è venerato solo dai Buddisti.
Naropa (1016-1100) Ha avuto una compagna di nome Niguma, che è stata riconosciuta come Maestra.
Marpa Lotsawa (1012-1097) The Translator. Anche sua moglie fu riconosciuta come persona importante.
Jetsun Milarepa (1052-1135. Persona Nobile e grande Yogi(Shepa Dorje).
Gampopa (1079-1153) Dagpo Lahrje, Dottore della regione Kham.


Milarepa

Il Primo Karmapa, Dusum Khyenpa (1110-1193)discepolo di Gampopa. Tra le altre cose costruì il monastero di Tsurphu neella vecchiaia. All’età di 84 anni scrisse una lettera in cui descriveva le condizioni della prossima incarnazione istituendo il Tulku, o sistema di reincarnazioni che divenne una caratteristica della tradizione Tibetana. In altre parole fu la prima persona conosciuta che si reincarnò intenzionalmente per beneficiare gli esseri umani.


Drogön Rechen (1148-1218)Pomdrakpa (1170-1249)

Karma Pakshi il Secondo Karmapa (1203-1283,) il primo a conoscere il tulku. Viaggiò molto ed in Cina acquistò il titolo di Pakshi (Maestro di Disciplina) diventando il Guru personale di Mongka Khan, ma quando Kublai Khan succedette al trono cercò di catturare ed uccidere Karma Pakshi che stava tornando in Tibet. I soldati furono incapaci di prenderlo: le corde passavano attraversando il suo corpo come se fossero un arcobaleno, quando fu gettato da un picco di montagna fluttuò nell’aria fino a terra; quando fu gettato in un lago camminava sull’acqua, e così accadde anche in mare. Sentì molta simpatia e compassione per i suoi persecutori e alla fine Kublai Khan divenne suo discepolo. Facendo miracoli in gran quantità dimostrò la libertà dell’illuminazione, la cui natura viene spiegata come conseguenza naturale della spontanea risposta ai bisogni di un essere senziente che non è limitato da una percezione dualistica. Rinomato per questi poteri, è conosciuto in Tibet come “Drubchen” o “Colui che è arrivato a Grandi cose”( "great achiever"). Il re mongolo Shen-Tsung offrì in regalo un cappello Nero ricoperto d’oro e diamanti, ed una preziosa statua del Buddha installata nel monastero Tsurphu.
Drubtob Urgyenpa (1230-1300)
Il terzo Karmapa Rangjung Dorje (1284-1339) epiteto che significa Self-Manifest. Viaggiando costruì centri di ritiro, componendo trattati sul Tanta e l’Astrologia, che restano i fondamenti dell’insegnamento Kagyu.
Gyalwa Jungtönpa (1296-1376)
Il quarto Karmapa, Rolpei Dorje (1340-1383) il cui nome significa"Vajra Play" fu anche maestro dell’imperatore mongolo. Nascendo si sedette immediatamente recitando Om Mani Padme Hung, e all’età di tre anni svelò alla madre di essere Karma Pakshi reincarnato per la salvezza dei suoi discepoli. Viene ricordato per essere capace di percepire direttamente la presenza delle divinità nelle trasmissioni tantriche. Nei suoi numerosi viaggi divenne Maestro di re e imperatori che volevano raggiungere l’Illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri viventi. Tornando in Tibet iniziò Tsongkhapa, il riformatore che poi fondò la scuola Gelupa. Alla sua morte, durante la sua cremazione, ci fu una misteriosa pioggia di fiori e la terra tremò sei volte. Molti dicono di aver anche visto un arcobaleno con la sua immagine nel cielo.
Il Secondo Shamarpa, Kachö Wangpo (1350-1405)
Il quinto Karmapa, Dezhin Shegpa (1384-1415) il primo ad indossare il Cappello Nero nelle cerimonie. Il suo nome significa “Il Buddha del Passato” . L’imperatore cinese della dinastia Ming, Yung Lo, regalò una copia del cappello nero, ornata di gioielli e d’oro. Tornando a Tsurphu disse ai suoi discepoli di avere arrangiato la prossima reincarnazione, vicino al monastero Karma, nel Tibet orientale, e morì. Tra le sue ceneri furono viste immagini di divinità e reliquie del colore dell’arcobaleno.

Il primo Tai Situ, Chokyi Gyaltsen (1377-1448). Il Tai Situ è considerata una incarnazione di Maitreya, il Quinto Buddha.
Rinchen Zangpo (Ratnabhadra) (ca. 1400)
Il sesto Karmapa, Thongwa Donden (1416-1453) che fu un praticante Shangpa, Shije ed anche Nyingma (fonte: gli appunti di Jeff Watts' ).
Bengar Jampal Zangpo Paljor Döndrup (1427-1489).Il Secondo Situpa Tashi Namgyal (1450-1497)
Il settimo Karmapa, Chodrak Gyatso (1454-1506) il cui nome significa "Oceano dal rinnovato Dharma" e scrisse su tre aspetti: disciplina, filosofia e pratica tantrica. Creò il collegio monastico a Tsurphu restaurando la gigantesca statua del Buddha creata dal secondo karmapa. Appena nato, all’età di sette giorni, iniziò a parlare e comprendere i mantra recitati dai suoi genitori. A tre anni annunciò di possedere il nome Karma, e che chi nasceva come lui veniva al mondo per beneficiare chi aveva connessioni con lui. Fu esponente dello Tsema, il sisema Tibetano della logica, e fece numerosi miracoli.
Il terzo Situpa Tashi Paljor (1457-1525)Sangye Nyenpa, mahasiddha emanazione di Maitreya.
Mikyo Dorje, l’ottavo Karmapa (1507-1554) "Immoveable Vajra" il suo lavoro include topilinguistica, disciplina monastica, sutras, poesia e arte, Mahamudra e testi per la pratica tantrica. La sua nascita era descritta nei dettagli lasciati dalla possessione del Terzo Tai Situ. Divenne un grande pittore e fece molti miracoli. Introdusse l’uso del mantra Karmapa khyenno. Scrisse trattati sulla grammatical sanscrita, l’arte e la poesia.



Il quarto Tai Situpa, Chokyi Gocha (1542-1585)
Il quinto Shamarpa, Könchog Yenlag (1526-1583)
Il nono Karmapa, Wangchuk Dorje (1555-1603) costruì tre monasteri in Sikkim
Il sesto Shamarpa, Chökyi Wangchuk (1584-1629)Il quinto Situpa Chokyi Gyaltsen Palzang (1586-1657) cui fu regalato il cappello rosso ricamato in oro dal Karmapa Wangchuk Dorje,, "The Crown That Liberates on Sight" la corona che libera.
(La Ghirlanda d’Oro continua)








Il Sutra del Cuore (The Heart Sutra)

1. Invocazione

Omaggio alla Perfetta Sapienza, al Prediletto, al Santo!


2. Introduzione

Avalokita, il santo Signore e Bodhisatwa, percorse le più profonde vie della sapienza, che è al di là. Egli di lassù rivolse in basso lo sguardo, altro non vide che i Cinque Aggregati (forma, sensazione, volontà,impulso e coscienza) e vide che nella loro essenza erano vacui.


3. La dialettica della Vacuità. Prima Fase

Qui, o Sariputra, la forma è vacuità e questa vacuità è forma; la vacuità non si distingue dalla forma, la forma non si distingue dalla vacuità;ciò che è sempre forma è sempre anche vacuità, ciò che è sempre vacuità è anche forma. Lo stesso è vero per la sensazione, la percezione, l’impulso e la coscienza.


4. La dialettica della Vacuità. Seconda fase

Qui, o Sariputra, tutti i Dharma sono contrassegnati dalla vacuità; non sono prodotti né distrutti, non sono corrotti né purificati, né insufficienti né completi.


5. La dialettica della Vacuità. Terza fase

Per questo, o Sariputra, nella vacuità non esiste né forma né sensazione, percezione, impulso o coscienza; né occhi né orecchie, naso, lingua, corpo, mente; non esistono forme, rumori, odori, spaori, contatti o oggetti del pensiero; non c’è l’elemento dell’organo della vista, eccetera; nessun elemento della coscienza della mente; non vi è ignoranza né cancellazione dell’ignoranza, eccetera; non vi è declino né morte, nessuna eliminazione del declino e della morte; quindi non esiste il dolore, nessuna nascita, nessun fine, nessuna via; quindi non esiste nessuna conoscenza, nessun conseguimento e nessun non-conseguimento.


6. La concreta personificazione della Vacuità e la base pratica della Vacuità

Per questo, o Sariputra, e a causa della sua equanimità rispetto a qualunque conseguimento individuale, che un Bodhisattwa, per il fatto di essere fondato sulla perfezione della saggezza, vive senza l’assillo della mente. Nell’assenza dell’assillo della mente non ha conosciuto il bisogno, ha superato ciò che può causre il disagio, e alla fine ha raggiunto il nirvana.

7. La completa Vacuità è anche alla base della Buddhità

Tutti coloro che nelle tre epoche appaiono come Buddha, sono consapevoli al massimo grado della perfetta illuminazione, perché si basano sulla perfezione della saggezza.

8. La dottrina alla portata dei non illuminati

Per questo si deve riconoscere la Prajnaparamita come il grande prodigio, il prodigio della grande sapienza, l’incomparabile prodigio, il distruttore di ogni dolore nella verità: quindi cosa può reggere il confronto? Con la Prajnaparamita si può realizzare questo prodigio. Avviene come segue: via, via, via al di là, assolutamente al di là, oh quale risveglio, salvezza a tutti! Questo conclude il Cuore della perfetta Saggezza.



“Prajnaparamita Hridayam Sutra”

estratto da”Buddhist Scripture” di Edward Conze, Penguin Books







Transomatic Dialogue Training Marzo 2007 Poona(India)



La mia vita con Osho

Sono discepola di Osho dal 1980, e con lui ho iniziato un percorso completamente differente da prima, dove la Meditazione e la Crescita Spirituale sono le priorità della giornata, del quotidiano della vita di tutti i giorni. Il mio Maestro oltre ad essere molto bello è anche molto amato, e a lui ho dedicato alcune delle mie poesie...








Profumo Do Paraiso

Quasi vorrei dire quel magico momento
in cui noi siamo fusi
e quasi non esiste
altro che il bacio
quel tenerissimo bacio
in cui c’è tutta la nostra vita.

Quasi vorrei mostrare
con prove e con fatti
com’è enormemente grande
tutto il nostro amore.
Eppure accanto a me
il vuoto
e un certo non so che.
Profumo Do Paradiso.

1998

A Pahalgam
dedicata a Bhagwan

Mi sono stesa su di te
come su un manto di rose
petali su petali morbidamente
si alzavano e
ricadevano sulla mia nuda pelle,

Ho cotto il mio ultimo riso
sotto la calda coperta
sotto il sole
e per porgerlo in offerta
ho camminato tanto
da dimenticarmi di me.

Ho preparato la ciotola
con tutto il mio amore.

Solo ti esistevi
la mia devozione
il nostro sogno

Pahalgam, Kashmire, 1997






Un solo pianeta, una sola vita, questa nostra casa


La spiritualità della Terra


Il progetto comprende la capacità e il desiderio di sviluppare in ognuno di noi la voglia di riconquistare il rapporto naturale con la terra, con il pianeta, e questo può cominciare anche dal cibo che ingeriamo, dall' acqua di sorgente che beviamo, e che non è facilmente acquistabile al supermercato. La voglia di fermarsi ogni tanto, durante la giornata, togliendosi le scarpe che abitualmente portiamo, lasciare che i nostri piedi nudi tocchino il terreno, sull' erba, sulla sabbia, dovunque la natura ci consenta. Riconquistare la capacità di avere un contatto naturale con la nostra terra!
Questo mio progetto intende sviluppare gruppi di lavoro che sappiano introdurre queste pratiche di meditazione anche nelle scuole primarie, e secondarie, alla nostra futura generazione, per meditare su quello che è il rapporto tra noi e l' ambiente che ci circonda.

Meditazione

Anche e conseguentemente derivante dal punto precedente, la possibilità di fermarsi e sedersi, la capacità di rilassarsi anche per brevi momenti durante la giornata, per riacquistare una visione più sana e soddisfacente per affrontare tutta la realtà quotidiana. Propongo qui dei gruppi di lavoro, per imparare a meditare insieme e saper diffondere il benessere del silenzio mentale in differenti ambienti,
di lavoro, di attività, nella scuola, propongo di iniziare questo tipo di lavoro con chi vuole, e fare un progetto che estenda queste pratiche millenarie all' uomo moderno, decisamente attratto
dalla velocità e dal dinamismo.

Un solo pianeta, una sola casa

Qui il lavoro si dovrebbe soffermare sulla globalità del pianeta, il rapporto con la meccanicità della vita e la dimensione umana, la differenza di vita nei vari paesi. Sviluppare un progetto comune e valido,
che affronti la problematicità delle multinazionali, e dello sviluppo economico differente in ogni
angolo del mondo.Vorrei a questo proposito riferire alcune frasi del mio Amato Maestro spirituale, Osho, tratte dai discorsi intitolati e pubblicati come"Osho Upanishad"... dice, "...Ormai gli induisti conoscono teorie teiste, ateiste, comuniste, agnostiche. La loro mente si è abituata a pensieri contraddittori. E' piena di idee che sono opposte...per esempio sia giainisti che buddisti sono stati vegetariani per 25 secoli, nessun giaina ha mai pensato di non essere vegetariano. Ma adesso c' è un problema: Neanche un solo vegetariano ha mai ricevuto un Premio Nobel! Strano! Eppure ha la mente più pura! Questi mangiatori di carne hanno la pelle dura, tu sei invece un vegetale puro, un cavolfiore, un cavolo cappuccio, una cosa bellissima, ma neanche un Premio Nobel! Strano! Gli indù non mangiano carne di mucca, gli ebrei invece si. E gli Ebrei ricevono il 40% dei Premi Nobel!..."(discorso tratto da"Osho Upanishad")

Sviluppare scambi culturali con
altre istituzioni nazionali od
internazionali aventi finalità affini alle proprie

Dal punto precedente il programma si estende ad una visione mondiale delle economie e delle culture. Il mio progetto intende affrontare qui la possibilità dei Verdi per iniziare dei "Gemellaggi" con altre realtà nel mondo che siano convergenti e presentino prerogative similari e assimilabili.
Adesso un momento di esperienza personale nella scuola : posso affermare che l' esperienza che ho fatto come prof. statale nell' elaborazione dei gemellaggi e scambi culturali all' estero dei nostri giovani, all' inizio negli anni '80 sembrava una gran perdita di tempo e denaro, e invece, dopo tanti anni di lavoro, si vede chiaramente la bontà di tali iniziative, che hanno contribuito sia all' affermazione della moneta unica euro, sia alla moltiplicazione reale della cultura in qualità di un utilissimo scambio culturale e di conoscenza tra le nuove generazioni.

In questo luogo credo sia possibile cominciare ad organizzare uno scambio tra giovani lavoratori.
Ad esempio tra i lavoratori del vetro della Val d' Elsa e i ragazzi filippini che lavorano per la Nike,
e/o con i giovani agricoltori indiani. Distanze e luoghi sono oggi facilmente raggiungibili via e-mail, ed i contatti diventano molto più facili!


Patrocinare le manifestazioni che, in Italia ed all'estero, possano favorire la conoscenza della SCUOLA OLISTICA dal punto di vista educativo, medico e umano

La Scuola Olistica permette di avvicinarsi sempre meglio e sempre di più a questo genere di tematiche. Inoltre noi stessi, una volta che abbiamo scoperto il nostro potenziale, possiamo affrontare con maggiore consapevolezza qualsiasi tipo di tematiche, personali e collettive.
Nella mia visione esiste la possibilità che emerga nel mondo una Nuova Mente Umana, una
Nuova Umanità, un Uomo Nuovo, che sappia vivere per generare la vita e non come adesso
tematiche di morte.
La Scuola Olistica, per creare le condizioni di crescita e sviluppo dell'uomo nuovo, utilizza gli strumenti della nuova cultura emergente, orientata allo sviluppo delle potenzialità umane, alla salute ed all'evoluzione del corpo, della mente e dello spirito, alla concezione olistica, all'ecologia e alla sostenibilità, all'amore per la natura, al rispetto dei valori umani di fratellanza, uguaglianza, e libertà, all'apertura alle varie culture, razze e vie spirituali, alla ricerca di unità e sintesi
tra - Scienza -Arte e -Spiritualità.


EST-WEST MEETING La Risata come Preghiera
Medicina e Meditazione Spirituality and growth
THE NEW MANN THE NEW HUMANITY
VERS DE L’ EST
FOR PEACE ONLY
Music and meditation
(Live music on Book of Secrets meditations)
Natural Therapy Rebalancing
Dance Trance Dance
Academy of Creative and Performing Arts
Concerts Mama Blue
Sculpture Dreams
Est-West Meeting Concerts
The project is based on Conference, Culturals and Ambiental Meetings for developping Peace, Brotherhood, Solidariety, Humanity beetween differents people around the world.
This project will be based on all that the Est had propose from millennia, what now the west has developped :
a) Meditations
b) Practise
c) Virtue
d) Sensitivness toward the beauty
e) Awarness of the Light
f) Conscioussness of the Buddhahood
For the development and the fulfillment of the project I’m proposing for the starting festivals
Meditations, with live music
Concerts
Stages ( Gurdjieff dance, Trance dance, arts and Theater
Conference on Ecoplanet
Work stage on Pollution, Transgenic and Life
Group work on body-mind
Individual sessions ( Rebalancing)
Group of meditations. Stage for creating a group work for the Maintenance of Peace,Solidariety,Life,Brotherhood,Humanity with all the people


Critica della Luna di Sotto


Dimensioni sconosciute dello spazio
sorrisi e piaceri
increduli
un altro mondo si scorge all’orizzonte.

Quel che tu sei, oggi,
sarà lontano un domani.

Quel che vedrai,
incontaminato dall’uomo,
eterno,
illuminato dal tuo splendore.

Anime dell’universo
ti guardano ogni notte
ti pregano
ti sognano.

2005



Parole

Mi ritrovo sempre con le parole,
in mezzo ai piedi,
davanti,
dietro.

A volte mi escono dai capelli
altre volte le sento che ballano come siluette
eppure arrivano dentro,
in fondo,
distinte,animate, vivide.

Sto cercando sempre di mandarle via,
ma forse in fondo potrei anche
fottermene,
se ne andrebbero loro.


1977


Critica della Purezza

Parole che piangono
lamenti fuggenti
sussurrii,
nascosti dietro cespugli di rose.

Quel che dissi un tempo
non fu un inganno.

Dolore che aumenta
nella misura del ricordo.

Nello specchio della mia vita
ritornano visioni
si delinea il passato.

Vorrei vederti adesso
ancora ammantato
dell’aura dorata che ti circondava
quel mattino d’inverno.

Allora.

2005